‘Il metodo storico e le leggi del divenire’ è il titolo della lezione introduttiva del corso di storia tenuto dal professore Roberto Bettinelli.
“All’inizio dell’anno – spiega l’insegnante titolare del corso di storia in tutti e tre gli anni della Canossa – è consuetudine del corpo docenti organizzare una lezione che vale come una premessa della disciplina. Nel mio caso il taglio interpretativo è solitamente metodologico. Serve cioè a spiegare l’oggetto di studio, gli strumenti, le tecniche di indagine e gli obbiettivi dell’analisi storica. Quest’anno mi sono servito di Oswald Spengler, George Kubler e Giuseppe Ungaretti per spiegare il concetto di divenire, il suo rapporto con la storiografia e le leggi del cammino che caratterizzano il corso dell’esperienza umana. Per gli alunni di terza, impegnati ad affrontare un programma che si estende fino agli anni 2mila, ho dedicato una tappa alla figura eroica di Giovanni Falcone per aggiungere una riflessione etica in sintonia con un percorso di studio tutto rivolto alla contemporaneità”.
Attraverso la lettura e la comprensione di alcuni brani del ‘Tramonto dell’Occidente’ e del testo ‘Eraclito’ di Spengler insieme alla ‘Forma del tempo’ di Kubler e alla poesia ‘I fiumi’ scritta da Ungaretti durante la sua partecipazione alla campagna dell’Isonzo nella prima guerra mondiale, il docente ha fornito agli studenti una serie di nozioni in merito alle unità di misura della storia (evento e periodizzazione), al comportamento dello storico, alle regole del ‘movimento’ e del ’cambiamento/combattimento’ fino alla grande legge del divenire costituita dalla sequenza nascita-crescita-declino’.
“Sono alcuni degli arnesi del mestiere – spiega Bettinelli che ha conseguito la laurea magistrale in storia con una tesi sul teorico della democrazia Robert Dahl – che consentono allo storico di portare a termine la sua missione davanti al flusso apparentemente caotico e incessante del divenire dandogli la possibilità di individuare i significati, le priorità e le tendenze in atto esprimendo giudizi credibili su ciò che è accaduto e che potrebbe, quindi, riaccadere”.