Ecco la testimonianza di alcuni ciceroni per il FAI e l’ultimo articolo tra quelli apparsi sulla stampa locale, a conferma della positività dell’esperienza per tutti.

FAI, che strana parola… É un acronimo, sta per Fondo Ambiente Italiano. Non ne avete mai sentito parlare? Beh, noi ragazzi dello Shakespeare sì.
Sabato 18 e 24 e domenica 25 ottobre una ventina di studenti di diverse classi hanno spiegato a circa 500 visitatori storia e aspetti artistici di Villa Marazzi a Palazzo Pignano, edificio che risale al Quattrocento. Tenere in piedi queste tre giornate, oltretutto in tempo di restrizioni, è stato sicuramente difficoltoso dal punto di vista organizzativo e per questo ringraziamo tutti i volontari FAI e la prof.ssa Valdameri che ci ha supportato. Anche per noi giovani “apprendisti ciceroni” non è stato semplice: bisogna prepararsi adeguatamente studiando, bisogna essere in grado di esporre tutto ciò che si è imparato in modo sciolto e possibilmente brillante, bisogna saper toccare i punti che suscitano maggiore interesse, bisogna mantenere le distanze con i visitatori, bisogna alzare la voce fino ad urlare dato che la mascherina è d’impiccio, bisogna questo, bisogna quello, bisogna quell’altro…
“Ma chi te lo fa fare?!?” Spesso altri nostri coetanei che non hanno aderito alla proposta ci ponevano questa domanda. Quindi, a esperienza fatta e finita, perché siamo tutti sodisfatti malgrado le numerose difficoltà?
Prima di tutto è stato bello mettersi in gioco. Gli ostacoli sopraelencati non sono stati un impedimento per noi, bensì una sfida. Abbiamo potuto scoprire e conoscere villa Marazzi, ma questo studio non è stato fine a se stesso: poter trasmettere ad altri ciò che abbiamo scoperto è stato un piacere impagabile, che ha generato una grandissima gratificazione personale e colpito il visitatore. Inizialmente alcuni di noi erano più cinici di altri e dicevano di farlo solo per il credito. Ma una volta finito il turno, che andava “solamente” dalle ore 13.00 alle 18.30, oltre ad un’espressione di stanchezza era stampato un inconfondibile sorriso e un’espressione di compiacenza sul volto di ognuno di noi, che andava chiaramente ben oltre alla ricompensa scolastica. Inoltre per noi ragazzi, provenienti da classi diverse, è stata una bella possibilità di relazione…che in questi tempi non è poco! Ma in ultima analisi la più grande soddisfazione è stata quella di portare un po’ di speranza in un momento così duro; grazie a quei 45 minuti di spiegazione ad opera di una manciata di adolescenti forse alcuni hanno percepito e gustato che la bellezza continua ad esistere.
