La sfida dell’impossibile che ci fa fare tutto il possibile.
Mercoledì intenso quello del rientro dalle vacanze di carnevale… Dopo essere stati invitati da don Marco Genzini a prendere coscienza di chi siamo e di cosa siamo fatti, “terra e cielo”, questa consapevolezza appena intuita ci ha lanciato nell’affrontare, nella stessa mattinata, le questioni del mondo di oggi, grazie all’intervento dell’eurodeputato Massimiliano Salini, in collegamento con noi per introdurci ad un tema centrale nel nuovo insegnamento di Educazione Civica: l’Agenda Onu 2030 per lo Sviluppo Sostenibile.
Oltre che da una storica amicizia, l’on. Salini è condotto in questo contesto da una particolare competenza, in quanto membro della “Commissione per l’industria, la ricerca e l’energia” del Parlamento Europeo. Cos’è l’Agenda 2030, esattamente? Una serie di obiettivi molto sfidanti, in un orizzonte di 15 anni, che nel 2015 i capi di stato del mondo hanno deciso di sottoscrivere nell’ambito delle Nazioni Unite: 17 punti generali, articolati in 169 obiettivi più specifici, che ruotano attorno a tre pilastri fondamentali: la lotta alla povertà, lo sviluppo sostenibile, la lotta alle diseguaglianze. Solo per citarne alcuni, si va dall’obiettivo di “sradicare la povertà in tutte le sue forme e ovunque nel mondo”, a quello di “garantire l’accesso per tutti a energia affidabile, sostenibile e a basso prezzo”, e perfino “promuovere una crescita economica duratura, inclusiva e sostenibile, la piena occupazione e il lavoro dignitoso per tutti”.
Perché dare credito – e il proprio costruttivo contributo – ad un’agenda dal sapore così smaccatamente utopistico? Questa è la domanda che guida il filo del discorso e che ci permette di non fermarci alla lettera di questo documento, ma di abbozzare un giudizio di merito e di metodo circa le sfide della sua attuazione.
In politica, come in educazione, non è certo tenendo bassa l’asticella del desiderio che si è mai potuto fare qualcosa di buono. Accettare la sfida in tutta la sua portata, tenere vivo il sogno dell’impossibile, è la premessa indispensabile per realizzare tutto il possibile. Ma soprattutto, oggi molto più che in passato, possiamo riconoscere universalmente la validità di determinate preoccupazioni, al di là delle differenze di partito o sensibilità politica. Che dei cambiamenti significativi nel nostro modello di sviluppo economico siano non solo desiderabili, ma per molti versi urgenti, non può più essere il vessillo ideologico di alcuni, ma un dato di realismo per tutti. Ma tutto questo dev’essere “trattato con molta cura”, sottolinea l’onorevole Salini.

Quando si parla di tutela dell’ambiente, nell’ottica del decisore politico, vi è il rischio che l’uomo venga visto essenzialmente come il pericolo, come il problema. Ciò che invece non è. Oppure, parlando di diseguaglianze, c’è il rischio che la constatazione di esse si tramuti in una ideologica “imposizione dell’uguaglianza”, confondendo la giusta preoccupazione di permettere a ciascuno di “giocare la propria partita” con l’ingiusta pretesa, da parte della politica, di garantire a tutti lo stesso risultato. Ma soprattutto il rischio è quello di “innamorarsi dello strumento dimenticando l’obiettivo”, ovvero quello di tradurre i goals dell’agenda in semplici regole calate dall’alto, dimenticando, così, che l’obiettivo ultimo è la vita dell’uomo, per imporre target e ritmi che, ultimamente, non fanno che allontanare il traguardo della sostenibilità portando disordine e squilibri nella realtà economico-sociale.
«Il difetto che a volte abbiamo nel concepire queste agende, e l’agenda 2030 non fa eccezione, è che si pensa che la soluzione ai problemi delle persone arrivi dalle regole, cioè arrivi dall’alto. Invece non è così. Le regole migliori, quelle scritte bene e che tengono nel tempo, sono quelle realizzate, costruite e scritte guardando ciò che già accade nella realtà. […] È guardando la creatività dell’uomo e la sua naturale propensione a salvaguardare la propria vita che si fanno leggi buone, capaci di sistematizzare quella naturale e buona propensione».
La nostra Italia e la nostra Europa – come spesso è avvenuto nella storia – hanno, in tutto questo, delle ottime carte da giocare: un patrimonio inestimabile di cultura della persona, avanguardie nella innovazione tecnologica, un mondo straordinario di competenze, creatività e ingegno in grado di ispirare e dirigere gli sforzi della politica e di promuovere modelli di economia e di vita buona. Tutte cose a cui, da oggi, guarderemo con più curiosità e interesse, protagonisti, e non semplici spettatori, delle grandi sfide che ci attendono.
Un “mercoledì da leoni” si potrebbe definire questo 17 febbraio, che fa capire tutta la passione, la voglia di riflettere sulle sfide del mondo contemporaneo e su se stessi che permea ogni scelta didattica e formativa del liceo linguistico Shakespeare.
