Lo studio della letteratura è occasione di incontro, di confronto e di ricerca. Questo è accaduto nelle classi quarta (quadriennale) e quinta, nell’affrontare il programma dell’ultimo anno che presenta numerosi eroi, con caratteristiche diverse. Gli alunni hanno quindi deciso di presentare queste diverse tipologie mossi da una domanda concreta: chi è un eroe?
Sono dunque partiti dall’epoca medioevale in letteratura spagnola. Attraverso le gesta del Cid Campeador, figura ispirata a Rodrigo Diaz de Vivar, cavaliere vissuto nell’ XI secolo in piena Reconquista, sono mersi i tratti dell’eroe epico medievale spagnolo che il Cid incarna perfettamente: guerriero forte e valoroso sul campo di battaglia, suddito generoso e leale nei confronti del suo sovrano, sposo e padre esemplare verso la moglie e le due figlie.
Si è poi passati all’eroe romantico presentato innanzitutto nella letteratura inglese da Byron. Il Byronic hero è un uomo coraggioso ma anche cinico, che si trova solo a contrastare una realtà che non gli corrisponde. È caratterizzato da un indomito spirito sempre alla ricerca di infinito che però non crede di poter mai raggiungere.
Sempre di epoca romantica ma di provenienza tedesca è il protagonista dell’opera dal titolo “Aus dem Leben eines Taugenichts” (Vita di un Perdigiorno) dell’autore romantico Joseph Freiherr von Eichendorff (1788-1857) che rappresenta l’eroe romantico per eccellenza in quanto si ribella allo stereotipo borghese e materialista rappresentato dal padre e dai suoi compaesani. Infatti “Er geht in die Welt, um sein Glück zu machen”, va nel mondo a fare la sua fortuna dove in tedesco la parola Glück traduce sia fortuna che felicità. Questo eroe va a conquistare la sua felicità e lo fa con il suo violino, cantando quelli che compongono i 14 canti della novella e che costituiscono la possibilità di esprimere sogni, sentimenti e desideri dell’eroe di nome Perdigiorno.
Ma in questo percorso si trovano anche figure oscure, enigmatiche, quelle che possono essere definite come “antieroi” e la letteratura spagnola ne ha offerto un esempio. Siamo a inizio Novecento: la perdita delle ultime colonie nel 1898 (Cuba, Porto Rico e le Filippine) getta la popolazione spagnola nello sconforto; la sensazione dominante è quella di un popolo arretrato sotto molti punti di vista (sociale, economico…) rispetto al resto d’Europa. Da questa preoccupazione per le sorti del proprio Paese nasce, in un gruppo di autori, la necessità di esprimere artisticamente queste inquietudini, sperimentando nuove forme estetiche. Tra queste, troviamo l’esperpento, cioè la deformazione grottesca dei canoni classici. Secondo Valle-Inclán, autore dell’opera teatrale Luces de Bohemia, l’esperpento è l’unico modo per raccontare un Paese che è “la deformazione grottesca della civiltà europea”. Ed è proprio in una scena di Luces de Bohemia che l’autore, per mezzo del protagonista Max Estrella, dichiara questa nuova estetica, attraverso l’immagine degli specchi concavi e convessi della Calle del Gato di Madrid: specchiandosi si ottiene un’immagine deformata, grottesca.
Anche l’eroe dunque risulta deformato, grottesco. Nell’opera il protagonista è un poeta cieco (ma in fondo è l’unico in grado di vedere la verità), che esprime la propria estetica mentre è ubriaco fradicio in piena notte per le strade di Madrid, accompagnato da Don Latino. L’idea è stata quella di rappresentare questa scena principale dell’opera in questione, sfruttando le capacità teatrali che, anche attraverso il laboratorio di teatro, si sono consolidate negli studenti nel corso degli anni.
Dopo questo affascinante percorso nella letteratura è emersa negli studenti una serie di domande: “cosa c’entrano questi eroi con noi? chi è un eroe oggi nel XXI secolo?”
Ciascuno quindi ha provato a dare una risposta e anche ai visitatori della mostra è stato chiesto di scrivere su un post-it il loro eroe: c’erano nonni, mamme e papà, volontari, infermieri e medici, vigili del fuoco… e il tratto che li accomuna non sono certo i superpoteri di tanti eroi del cinema ma il desiderio di vivere fino in fondo la propria vita col compito che ciascuno ha, giocando tutta la propria libertà alla ricerca di un compimento.
E allora possiamo tutti essere degli eroi!