Il racconto di questa giornata inizia dalla fine: ore 16:49, in una piazza Duomo sventolante di rosso e nero, in attesa del derby cittadino – con tanto di fumogeni – sotto il primo lampione a destra guardando la facciata, il gruppo degli studenti della classe prima e le professoresse D’Alessio, Martignoni e Sagliani si sono riuniti. All’appello non manca neppure la nostra zia Atti, che ha voluto accompagnarci in questa avventura. Biglietti della metro alla mano, tutti alla volta di San Donato, dove i genitori verranno a recuperare i ragazzi, stanchi e soddisfatti dopo la giornata trascorsa camminando insieme: il contapassi ha superato gli undicimila!

Le premesse non erano parse, in realtà, delle migliori: il risveglio era stato salutato da pioggia e vento sferzante, portando a trepidare anche gli animi più temprati dopo anni ed anni di gite scolastiche. Eppure, giunti alla meta, nemmeno una goccia di pioggia, nessuna folata di vento tempestoso ha turbato il nostro percorso: come da programma abbiamo raggiunto con la metro la fermata di via Palestro, per poi ripercorrere i passi di Renzo così come li stiamo affrontando, proprio in queste settimane, sui banchi di scuola. Dal luogo dove si trovava il convento dei Cappuccini, fino al Forno delle Grucce, poi a piazzale Cordusio, Santa Maria Segreta e l’Osteria della Luna Piena: passo dopo passo abbiamo percorso i luoghi narrati dal Manzoni. La professoressa Martignoni ha accompagnato gli studenti con la sua coinvolgente passione, raccontando e trasmettendo gli eventi, gli stati d’animo, il turbamento di Renzo Tramaglino dall’ingresso in Milano, all’assalto del forno, dalla meraviglia di fronte all’immensa cattedrale – ancora in costruzione – fino alla casa del Vicario di Provvisone, dove ci siamo fermati, quasi in attesa dell’arrivo di Ferrer, Gran Cancelliere.

Una pausa nel percorso manzoniano ci ha poi condotti alla stazione centrale, sul Binario 21, al memoriale della Shoah, dove abbiamo potuto affrontare e approfondire la memoria del passato, per capire ed affrontare il presente: perché l’indifferenza è un rischio presente. Il nostro stare insieme, d’altra parte, ha sempre come scopo ultimo la costruzione di un bene che è per ciascuno e per tutti.

Dopo un pranzo veloce, di nuovo alla volta di Piazza Duomo: passando per piazza della Scala e Palazzo Marino, abbiamo raggiunto la casa di Manzoni, dove un giuda decisamente coinvolgente ci ha accompagnati nel percorso tra le stanze che hanno visto la nascita e l’evoluzione dei Promessi Sposi. Tra i colori della bandiera italiana variamente nascosti nei dipinti, il quiz sulla tabacchiera e gli esercizi di etimologia, i nostri studenti si sono fermati davanti al quadro raffigurate quell’Addio Monti tanto nei giorni scorsi faticosamente imparato a memoria, quanto ora, orgogliosamente, declamato: quello che impariamo diventa parte di noi!
Ma non per caso siamo partiti, raccontando, dal fondo: perché sopra ogni cosa, alla fine della giornata, tra noi insegnanti – dentro ad una giornata che è apparsa proprio perfetta – reciprocamente grate, è stato lo stupore pensando ai nostri studenti, uno per uno: ragazzi che non sono stati solo puntuali, precisi, rispettosi, attenti… Ragazzi che non solo “si sono comportati bene”, ma ci sono stati, passo dopo passo – più o meno svelto – insieme a noi, condividendo proprio il “fare esperienza”.
Ecco cosa ci rilancia, permettendoci, appena rientrati, di ripartire con entusiasmo, tra la verifica del giorno dopo, e l’organizzazione del prossimo viaggio.