Introduzione alla Quaresima con Don Marco Genzini
Tanta carne al fuoco al rientro dalle brevi vacanze di carnevale. Si torna a scuola ed è subito chiaro che allo Shakespeare non è tempo di “scherzi”, ma di un serio e entusiasmante rimettersi in cammino, per andare al cuore delle cose e spalancare, passo dopo passo, gli orizzonti del mondo.
Il che è proprio quanto ci invita a fare, nella sua essenzialità, il tempo quaresimale iniziato questo mercoledì.
Un tempo e un’occasione in cui, in apertura della giornata, ci ha aiutati ad entrare l’amico carissimo e ormai fedele compagno di strada don Marco Genzini, già professore di religione cattolica presso il nostro istituto ed oggi cappellano dell’Ospedale Maggiore di Cremona.
Dopo un canto eseguito da Sofia, valente solista del coro della scuola, don Marco ci ha offerto una breve meditazione che ci ha aiutati a uscire dalla nostra distrazione per cogliere la possibilità di bene e di cammino che può essere per noi la Quaresima.
La vera sfida non è la capacità di piccole o grandi rinunce in cui compiacere il proprio orgoglio, ma che ognuno possa guardare a sé e all’altro con tenerezza, abbracciarlo per come è, a partire dalla memoria di chi sono io e di chi è l’altro per me: seppure imperfetto come me, chi mi è messo al fianco tutti i giorni è il volto della misericordia di Dio. Ma bisogna chiedere l’umiltà di chi sta coi piedi per terra, sapendo di che pasta siamo fatti: «Siamo straordinari perché siamo fatti di cielo. Ragazzi ognuno di voi ha un cuore straordinario che è fatto dal Cielo, stupendo. Ma siamo fatti anche di terra, di fragilità, che dobbiamo accettare, fa parte di noi, non è un ostacolo. Troppe volte pensiamo che le nostre fragilità e quelle degli altri siano impedimenti invalicabili. Tante volte magari anche qualcuno di voi ha pensato: “non valgo niente”. Non è vero! Tu sei una meraviglia, ma sei fragile, perché sei fatto di terra, come me. Ricordati di essere fragile, fatto di terra, ma di avere un cuore che ti è stato dato dal cielo. E come il tuo cuore è il cuore di tutti gli altri ed è questo che ci rende fratelli: un cuore che ci è stato dato ed è uguale per tutti».
Dieci minuti sono quelli che ci ha regalato don Marco ma sono bastati a far risuonare, anche nel cuore dei più distratti, l’invito a riflettere su chi siamo. Da qui parte ogni umana avventura. Anche quella scolastica.
