«La mia felicità non può esistere senza la felicità dell’altro»: con questa affermazione sintetica il prof. Onorato Grassi – docente di Storia della filosofia medioevale e Filosofia e storia del pensiero medioevale: educazione e infanzia, presso l’università Lumsa di Roma – ha concluso il suo prezioso intervento mattutino nella giornata di formazione che tradizionalmente apre il nuovo anno scolastico per i docenti della nostra Fondazione Fides et Ratio.

All’interno di questa consapevolezza l’opera degli educatori – che citando il romanzo “Jack” di Marilynne Robinson il prof. Grassi paragona a “pietre preziose come perle e rubini”, la cui opera è “sacra e degna di venerazione” – rinnova ogni anno una sfida che parte da una implicazione in prima persona. L’educazione è questione vitale per una società, e dedicare la vita all’insegnamento è una scelta tra le più audaci e realistiche che un adulto può compiere. La genialità educativa si esplicita in azioni mai ripetitive, perché ancorate al presente “luogo in cui si intersecano le linee che provengono dal passato e vanno verso il futuro”; così che la domanda dell’educatore non è mai “cosa devo fare?”, ma “chi sono?”, “chi è che educa?”. L’educatore è dunque colui che comunica, all’interno di un rapporto personale con l’altro, “quel tanto di verità che nella vita gli è diventato esperienza”.
Così, il metodo educativo che caratterizza l’identità della nostra Fondazione trova espressione nel volume di recente pubblicazione “La meta e i passi”, una raccolta di confronti sulla proposta educativa di don Luigi Giussani: una “pedagogia realista”, nata dalla prassi e sostenuta da una precisa concezione del mondo e della cultura come categoria di giudizio della realtà.
La sfida per i nostri insegnanti è quella di un lavoro personale e comune, alla ricerca di quel “bene per gli studenti” così ben esplicitato dalla professoressa Donatella Morelli – già coordinatore didattico del Liceo Tirinnanzi di Legnano – che intervenendo sul tema “La scelta di insegnare in una scuola paritaria” ha raccontato, a partire della propria esperienza, la vitalità dello slancio nella realizzazione piena di una idea di educazione, sostenuta dall’ipotesi comune – quella concezione del mondo e quella verità indicate dal prof. Grassi – che la realtà è data ed è un atto ragionevole portarla a conoscenza.

Solo a partire da questa ipotesi positiva di significato – la meta – si può sviluppare un percorso comune – i passi – carico di soddisfazione vera per i docenti, gli studenti e le loro famiglie, costruendo una scuola che susciti “amore per il luogo in cui l’educazione avviene”.
I molteplici interventi di maestre e professori hanno testimoniato, ancora una volta, l’importanza e la ricchezza di questi momenti comuni, in cui il desiderio di pienezza per sé e per i propri studenti trova corrispondenza nel volto di ogni collega e acquista così una consistenza stabile, aperta ad una responsabilità che è per tutto il mondo.
Perché: “Quando metti in gioco totalmente te stesso, ottieni molto di più”.
Solo insieme questo è possibile, ne facciamo esperienza quotidianamente.

















