In occasione della Giornata Nazionale della Colletta Alimentare, che quest’anno si è tenuta sabato 27 novembre, abbiamo avuto l’opportunità di ascoltare le esperienze di due volontari, Albino, che da oltre 20 anni offre energie per contenere lo spreco alimentare e far fronte ai tanti bisogni che singole persone o istituzioni incontrano quotidianamente, e Giovanni, che da tempo visita i carcerati di San Vittore e che non nasconde l’emozione di poter riprendere le visite interrotte bruscamente all’arrivo del covid.


Quello che entrambi hanno sottolineato è stato la durezza della fatica e dell’impegno che a volte comporta farsi carico dei tanti bisogni che ci circondano, ma anche e soprattutto la pienezza che compensa questo lavoro che produce una inestimabile gioia. Non siamo potuti restare indifferenti di fronte alla ribadita affermazione che l’impegno per gli altri genera una maggior ricompensa per sé stessi che non per chi è oggetto del dono. Inoltre l’attività di volontariato ha portato Giovanni a incontrare coloro che appaiono alla società gli ultimi, come i carcerati, che diventano opportunità di scoperta di una umanità più vera e spesso con meno maschere della gente comune. Terminato l’incontro, torniamo alle nostre aule provocati dall’entusiasmo di due giovani pensionati che ogni giorno, rispondendo a qualche necessità, si trovano il cuore colmo di gratitudine e stupore. Semplicemente disarmante la sintesi che ci lasciano delle ragioni che li portano a cercare di fare qualcosa di concreto di fronte all’oceano di bisogni che ci circondano: “È nel dare che noi riceviamo”.




