Quante volte come insegnanti ci siamo lamentati di alunni svogliati, che venivano a scuola senza un briciolo di entusiasmo? Ecco allora la sorpresa di un cambiamento inaspettato: studenti che, nel rispetto del DPCM, sono potuti venire a scuola e lo hanno fatto contenti, riscoprendo la bellezza del guardarsi in faccia in un momento in cui la lezione si fa davanti a un PC. Allo Shakespeare infatti, a piccoli gruppi, gli alunni sono tornati sui banchi sia per svolgere i laboratori delle 3 lingue predisposti per le singole classi un giorno a settimana, sia perché rientrano nelle categorie cui è concesso di frequentare in presenza le lezioni.
“Beati monoculi in terra caecorum” verrebbe da dire, perché l’entusiasmo dimostrato per questa possibilità, ha fatto loro prendere consapevolezza dell’importanza dell’essere a scuola, con dei compagni e dei professori con cui condividere il cammino educativo e la scoperta del conoscere. E che gratitudine per noi insegnanti la possibilità di tornare a fare lezione davanti a loro, poter sbirciare con la coda dell’occhio l’alunno che di solito sembra assorto nel suo mondo e scoprirlo attento con la penna in mano, poter abbracciare con uno sguardo tutta la classe e percepire se è al lavoro, anziché continuare a chiedere a uno schermo con tanti bollini colorati di accendere le telecamere che per misteriosi problemi di connessione si spengono subito dopo l’appello.
L’augurio per noi e per loro è che non si dimentichi questa scoperta e che si possa trattenere il giudizio di valore sulla scuola, un luogo dove si cresce insieme, docenti e studenti.