In classe seconda, l’autunno ha portato con sé tante esperienze formative e didattiche che hanno aperto lo sguardo ai tesori che questa stagione offre nel calore dei suoi colori e nei giorni che segnano l’inizio di un nuovo anno scolastico. Proprio per ripartire insieme e accendere subito la curiosità e la conoscenza, la vendemmia a settembre è stata un’esperienza straordinariamente costruttiva nei vari ambiti disciplinari.



L’uva, il vigneto e la trasformazione dal mosto al vino hanno spalancato la porta ad innumerevoli nuovi vocaboli che hanno permesso di nominare con esattezza parti della pianta, del frutto e del lavoro che occorre svolgere per la vendemmia e la produzione del vino, che hanno attivato un approfondimento lessicale importante e un’attenzione sempre più evidente alla necessità di dare il giusto nome alle cose per potersi esprimere con chiarezza. Un grande lavoro, quindi, a livello linguistico che attraverso questa attività ha dato corpo alla scrittura in corsivo che si è ripresa e avviata definitivamente con l’inizio della classe seconda. Un’esperienza lessicale che è andata di pari passo con quella più prettamente scientifica, attraverso lo studio di un frutto autunnale osservato e compreso grazie all’utilizzo dei cinque sensi per descrivere sapori, consistenza, colori, verificare aspetti non solo osservabili ma anche sperimentabili, giungendo ad una terminologia più complessa come i saccaromiceti e la fermentazione, riproducendo l’esperienza della trasformazione in classe, registrando cambiamenti ed imparando a comunicarli oralmente, in forma grafica e nel corretto ordine. Osservare, fare delle ipotesi, mettersi in azione e verificare quanto accade sono requisiti del metodo scientifico che si introduce, si conosce e si sperimenta grazie ad occasioni di esperienza vera e coinvolgente. Esprimersi poi sviluppando il canale artistico, la motricità fine, per realizzare un vigneto in classe con diversi materiali, sperimentando la creatività anche nella elaborazione di indovinelli sull’uva e le sue parti, in quelle prime produzioni scritte che sanno entusiasmare i bambini, diventano preziosi lavori che, accanto ad un esercizio più metodico e ricorsivo, danno un rilancio allo sviluppo del linguaggio in diverse modalità.


E non poteva mancare la castagna in questa splendida stagione: ne raccogliamo tante, quelle ai giardini e quelle che in un bel giorno di fine ottobre ti portano a scuola quei bambini che hanno fatto una castagnata in famiglia: ora scoprire quali nomi nuovi fanno parte della castagna, osservarla e comprenderla meglio sorge come domanda dai bambini stessi e allora si riparte e nuove attività prendono vita. Impariamo la nomenclatura, scoprendo qualche gioco di parole da fare a mamma e papà, una nuova trasformazione dalla castagna alla farina che da essa si può ricavare e per concludere una gustosa merenda con le caldarroste e il castagnaccio cucinati direttamente in classe. Sono percorsi che nascono da obiettivi precisi che possiamo raggiungere e sviluppare proprio a partire dalla realtà che ci circonda, dalle domande dei bambini, dall’entusiasmo che nasce in loro, ma anche in noi maestre, nella scoperta e riscoperta di una ricchezza e di una bellezza che, se ci educhiamo a conoscere e riconoscere, sa essere sempre un tesoro prezioso.



















