La prima guerra mondiale rappresenta una delle tappe fondamentali del programma di storia della terza media. Il docente Roberto Bettinelli, insieme agli studenti, ha affrontato la visione di un docufilm che racconta la vita nelle trincee dei soldati durante la grande guerra utilizzando il metodo dell’osservazione partecipante.
“È un metodo – spiega il docente – che deriva dagli studi antropologici ed etnografici e consiste nel prendere appunti durante la visione concentrandosi sui dettagli visivi, sulle azioni, sulle informazioni tecnologiche e ambientali, sulle reazioni emotive proprie e delle persone presenti nelle immagini, sulle note relative allo scenario politico e all’opinione pubblica dell’epoca. Il documentario scelto ha il merito di unire una ricostruzione visiva oggettiva e impeccabile a sezioni più cinematografiche con la lettura recitata delle lettere scritte dai soldati al fronte”.
Gli appunti, in un secondo momento, devono essere sistematizzati sul quaderno attraverso un testo riassuntivo compiuto che può anche prendere la forma di un diario. Gli studenti hanno poi il compito di fare una ricerca specifica sulle fotografie dell’epoca che devono accompagnare la parte scritta.
“La vita in trincea – conclude il professore Roberto Bettinelli – rappresenta l’elemento più distintivo dall’esperienza della prima guerra mondiale caratterizzandola come guerra di logoramento e non di movimento. Inoltre la violenza inaudita sperimentata a lungo dai giovani soldati ha impedito ai reduci di reinserirsi proficuamente nella vita civile al termine del conflitto alimentando la politica estremista dei partiti di destra o di sinistra. È nella vita delle trincee, infatti, che nascono i totalitarismi europei degli anni ‘20 e ‘30. Si tratta quindi di un fattore importantissimo, al pari degli errori commessi nei negoziati di pace a Versailles, per comprendere le cause della seconda guerra mondiale”.
