Il docente di lingua inglese William Cinquanta ha contestualizzato la frase dell’anno ‘Reach for the stars’ in una lezione di letteratura per gli studenti di prima media durante la quale ha affrontato un vero e proprio classico, ‘I viaggi di Gulliver’ di Jonathan Swift.
Il libro, già con la prima edizione del 1726 pubblicata anonima, aveva ottenuto un grande successo presso il pubblico britannico. Spiega Cinquanta: “Jonathan Swift, un diacono che ha regalato ai posteri Gulliver’s Travels, racconta le vicissitudini di Gulliver. Dopo essere stato risparmiato dalla furia dei pirati, il protagonista naufraga ma riesce a raggiungere la riva. Qui vede giungere un’isola volante, chiamata Laputa, i cui abitanti lo metteranno in salvo. Si tratta di strani personaggi. Indossano strane tuniche con i ricami che richiamano le stelle e la musica”.
Continua l’insegnante: “Per il popolo di Laputa l’astrologia e la musica erano associati e avevano un grande valore. I saggi viaggiavano accompagnati dai servi che avevano un bastone alla cui estremità era legata una sacca. Dato che i saggi entravano sovente in catalessi per via della loro abitudine a riflettere e meditare, il compito dei servi risiedeva nel picchiare sulla bocca dei loro protetti quando era loro richiesto di parlare, sugli occhi quando dovevano guardare e sulle orecchie quando invece dovevano ascoltare. E lo facevano con un colpo secco e forte. Le vicende di Gulliver con i Laputiani rilevano una forte critica di Swift alla società del suo tempo ed in particolare all’incapacità di stabilire comunicazione ed empatia tra le persone. Si realizza, così, una metafora letteraria che permette ad una storia fantastica di intervenire con un giudizio sulla realtà sociale vissuta dall’autore lanciando messaggi civili ed educativi”.
