Ex-alunna affianca la sua insegnante di tedesco
Ancora fresca di maturità e verso la fine della mia prima sessione alla facoltà di Lingue e Letterature Straniere dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, piena di entusiasmo dopo aver dato il mio primo esame di letteratura tedesca, ho scritto alla mia professoressa del liceo per raccontarle com’era andata. Parlando di quello che avevo studiato e ciò che mi aveva colpita di più, lei mi ha fatto una proposta: “Vieni in quarta a fare una lezione con me”.

Sinceramente ho accettato senza pensarci, un po’ perché mi piace raccontare quello che mi appassiona ad altri, e un po’ perché volevo tornare nella mia scuola e rivedere i miei professori: anche se l’esame di maturità sembra di averlo fatto ieri, la scuola non la vedevo da quasi un anno.
È stato emozionante camminare di nuovo tra i corridoi, salutare Attilia e Chiara all’entrata e rivedere le aule, ma è stato ancora più emozionante trovarmi dall’altra parte del banco! Non ero nervosa, conoscevo la classe (tutti ragazzi di soli due anni più piccoli di me!), l’ambiente era familiare e la materia affascinante, perciò ottenuto il via ho cominciato a parlare.
La mia paura più grande era quella di non riuscire a trasmettere tutta la bellezza che c’è in quello che sto studiando, ma mi sono trovata un “pubblico” attento, partecipativo, interessato a quello che dicevo, e questo mi ha tranquillizzata molto e mi ha permesso di testimoniare la mia grande passione.
Non avevo davanti alunni che seguivano una lezione, ma amici ai quali raccontare e trasmettere ciò che avevo a cuore. Così ho introdotto il Faust di Goethe, soffermandomi sulla ricerca incessante, “Streben nach” che è propria di chi cerca il Vero di cui tutti abbiamo bisogno.
C.
